PENNE CONTRO LE MAFIE

Teatro, Cinema e Giornalismo d’impegno Civile per EDUCARE ALLA LEGALITA’

Incontro/dibattito con chi ha fatto dell’impegno civile una scelta di vita.

Esiste un’arma che non uccide ma che, al contrario, può cambiare il percorso di un singolo come di intere masse, se usata a favore dell’impegno civile. L’arma è la penna e, solitamente, chi decide di scrivere in questa direzione, sa già che dovrà fare i conti con una società che spesso la Verità non la vede, perché inquinata dal potere politico/mafioso; o non vuole vederla, perché Verità e Responsabilità vanno di pari passo.

E oggi, assumersi la responsabilità di “capire” – non di dire, urlare, metterci in prima persona la faccia, ma capire!- significa stare dalla parte di chi perde, perché la Verità porta con se storie spesso atroci, di violenza, corruzione, morte… e tanto altro. E spesso sì, si perde.

Essere donna - in una società ancora visibilmente maschilista - e usare la penna per denunciare le donne di mafia, raccontare la mafia o qualsiasi altra storia che ha a che fare con malagiustizia e violenze di ogni genere, significa rinunciare a tutto.

Le penne che si mettono al servizio dell’impegno civile, che raccontano il potere mafioso (politico/mafioso!), sanno che mettono a rischio le proprie vite così come sanno che è l’unica strada possibile per il futuro delle nuove generazioni. Educare alla legalità è restare lucidi, costantemente, sui fatti. E’ andare oltre il colore politico e le passioni verso la terra d’origine e le persone che la abitano. E’, spesso, sacrificare l’amore personale per l’amore verso l’intera Nazione. E’ gridare a gran voce che se un popolo ha bisogno di un Eroe, quel popolo è “fottuto!”. E’ rifiutare le commemorazioni di ogni eroe e VOLERE che ogni morto ammazzato abbia, finalmente, nomi e cognomi di mandanti ed esecutori. 

E’ parlare con i giovani di quella materia meravigliosa che era l’educazione civica, oggi vago ricordo. E’ far politica con loro nel senso più puro del termine, raccontando le storie di chi, credendo nel potere della VERITA’, ci ha rimesso la vita. Ma raccontarli, appunto, non come eroi ma come persone che fecero una scelta di vita per il bene comune. Del resto, proprio come scrisse il grande giornalista Giuseppe Fava: “A che serve essere vivi, se non si ha il coraggio di lottare?”