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La “Bella chat” promossa da Massimo Giannini va in soffitta per eccesso di litigiosità

«Amiche ed amici, con grande dispiacere e rammarico, vi informo che dopo quest’ultimo messaggio lascio questa chat. L’idea che l’aveva fatta nascere era un’altra, ma constato che nel tempo si è irrimediabilmente perduta, sicuramente anche per responsabilità di chi l’aveva lanciata. Per quanto mi riguarda, mi fermo qui».

Dopo otto mesi, il 20 dicembre di quest’anno, si chiude così, con questo messaggio di Massimo Giannini, la chat “25 aprile” da egli stesso creata il 25 aprile del 2024 per promuovere uno spazio di discussione democratica sull’antifascismo e sui temi importanti del nostro Paese. Più di un migliaio di persone semplici come me, accompagnate da nomi di rilievo della politica, del giornalismo televisivo e della carta stampata.

Bisogna riconoscere che la battuta di Dario Vergassola fu profetica quando a poche ore dall’apertura della chat scrisse: «Siamo più di 900 partecipanti, a mille partono le scissioni».

Qualcuno, riconducendo la chat ai valori espressi da “Bella ciao”, la canzone delle mondine prima e della resistenza dopo, la soprannominò “bella chat”. Un’esperienza durata otto mesi che all’origine si presentava come un luogo dove esprimere le proprie opinioni contro le tentazioni di rigurgiti neofascisti. Qualcuno pensò addirittura che da qui potesse nascere un nuovo partito. Non è stato così.

In questa chat aperta, non ho idea di chi mi abbia inserito, devo riconoscere che – soprattutto all’inizio – mi sono sentito in buona compagnia, un luogo dove ero in sintonia su tante questioni. Di tanto in tanto, senza mai essere invadente o prolisso, ho detto la mia sugli argomenti di cui mi occupo, mafia e antimafia, diritti delle persone. Ma il più delle volte, le chat, si sa, finiscono per divenire uno sfogatoio. Per fortuna – dato il livello delle persone inserite nella chat – non si sono registrati invii di buongiorno e buona notte, con annesso invio di tazze di caffè o immagini varie. Gli interventi sono stati tutti riconducibili ai temi e ai drammi che il mondo e il Paese in particolare stanno vivendo. Il consenso è stato unanime quando si è discusso del progetto del governo in carica dell’autonomia differenziata.

Poi le guerre hanno offerto l’occasione affinchè le discussioni si accendessero. Per la verità molto meno per quella che è alle porte dell’Europa, il conflitto Russo - Ucraino. Quando la discussione ha avuto come oggetto la drammatica vicenda mediorientale, riproducendo le dinamiche e le divisioni che si registrano in Italia e nel mondo sulla delicata questione, la chat è letteralmente esplosa. Israele – Gaza – Palestina – Paesi Arabi, dicevo, hanno diviso il mondo. E se su questo dramma si è divisa la popolazione del pianeta, come non poteva dividere le personalità che da sempre sono schierate da una parte e dall’altra? Da una parte il diritto dello Stato di Israele di non essere attaccato con cruente azioni terroristiche come quella del 7 ottobre 2023, dall’altra il diritto alla sopravvivenza dello Stato della Palestina e l’accusa ad Israele di genocidio. Quindi, sono volate accuse pesanti che hanno travalicato il politically correct e, davanti ai feroci botta e risposta, la chat è andata alla deriva, dimenticandosi che le guerre non si fermano litigando su una chat e che quello era uno spazio, un luogo di dibattito e di proposta per mettere in discussione le politiche del governo di Giorgia Meloni.

Dopo il messaggio di chiusura di Massimo Giannini, qualche autorevole quotidiano l’ha definita l’ultima utopia della sinistra. Forse hanno ragione, l’eccesso di litigiosità è una caratteristica della sinistra da qualche anno a questa parte ed essendo in quella chat tutti di sinistra, forse non poteva che finire così. Un vero peccato, un’altra occasione persa per far comprendere alle forze politiche di sinistra che divisi si finisce per lasciare sempre maggiori ambiti di manovra alle forze del centro destra.

Per dovere di cronaca, in ogni caso la chat non è affatto chiusa e la discussione – o litigio – continua, ma sarebbe bello che riprendesse il dialogo.

Dall’interno di una “Bella chat”,

Paolo Miggiano