ROVINE, UN LIBRO DI LUCA SIGNORINI SU NAPOLI, SCRITTO IN MUSICA

Ho ROVINE tra le mani. No, non sono le rovine, i detriti, le macerie. Tra le mani ho un libro, che ha per titolo, appunto ROVINE ed è scritto da un musicista, Luca Signorini per la Casa editrice Alessandro Polidoro di Napoli, con una presentazione di Vincenza Alfano, una scrittrice tra le più influenti interpreti della città di Napoli, ed una prefazione di Enzo D’Errico, direttore de Il Corriere del Mezzogiorno.

Mentre inizio a leggerlo, penso che su questo libro scriverò qualcosa. Scrivo, quindi, di ROVINE, perché - tranne la parte musicale di cui sono un perfetto ignorante – questo è un libro che mette in parallelo anche il mio percorso, il mio rapporto il mio odio ed allo stesso tempo il mio amore per la città di Napoli.

Rovine è si un libro sulla musica, ma soprattutto è scritto in musica. Non poteva che essere così, perché Luca Signorini è un musicista, il primo violoncello del Teatro San Carlo e ad averci a che fare, come è capitato a me, è davvero un dono del destino. Uomo umile, generoso, ma soprattutto molto bravo a maneggiare il suo strumento musicale e, a quanto pare, anche la sua penna.

Arrivai da queste parti nel 1982, pensavo che sarei rimasto a lavorare a Napoli al massimo per tre mesi. Sono ancora qui, siamo nel marzo 2107, scrive Luca già nelle prime pagine del suo Rovine. Beh, è proprio questa la frase che mi fa pensare che scriverò qualcosa sul libro di Signorini, perché anche io, come lui, da queste parti ci arrivai verso la fine del 1978. Come lui, anche io pensavo che sarei rimasto poco ed invece sono ancora qui. Si, perché da Napoli o te ne vai subito, oppure resti. È probabilmente è vero che è quella camera magmatica sotto ai piedi a trattenerti. Succede così in questa città dalle mille contraddizioni.

ROVINE è un libro su Napoli, ma a differenza di quanto si possa immaginare dal titolo, non è un libro contro Napoli. È un atto d’amore verso questa città dalle diverse stratificazioni. Una città che vive sulle sue rovine, quelle strutturali della storia, ma anche quelle del nostro tempo. ROVINE è un libro che in pratica ne contiene tre. Così, Luca Signorini, nella prima parte del libro ci conduce in un dialogo con la città di Partenope. Un dialogo dove l’autore conversa con l’antica metropoli di musica, di storia e di persone note e meno note. In una città dove i suoi figli giocano a “tutti contro tutti”, dove di ogni cosa il suo contrario, Luca Signorini impronta un dialogo con Napoli, dove le vittime giocano a carte con i carnefici, perché il tempo guarisce le ferite, semplicemente perché il tempo non esiste. Tutto, seguendo un filo musicale e della musica jazz in particolare, passando per l’orchestra del San Carlo diretta dal maestro Muti, che non siamo riusciti a trattenere a Napoli. Così scopriamo una Napoli disposta ad essere donna, madre, amante, moglie, sposa o un po’ puttana anche di John Coltrane.

Ti amo cara Napoli. Se così non fosse non avrei scritto di te … E Luca Signorini, scrive di Napoli, scrive di Petru, il cittadino rumeno, suonatore di fisarmonica, ucciso il 26 maggio del 2009 a Napoli, alla stazione di Montesanto, nel cuore dell’Europa, nel corso di una stesa, una dimostrazione di forza di una banda di camorristi. Scrive Luca Signorini del cibo, del sole, del mare, delle sue bizzarrie, delle sue bestemmie, del Teatro di San Carlo, del Monte Echia e di tanto altro. Ma Luca ama Napoli, così come la odia, altrimenti non avrebbe scritto della giovane Maria e delle ingiustizie che subirà, altrimenti non avrebbe scritto di Katya, la giovane prostituta bionda, con gli occhi azzurri, uccisa subito dopo la liberazione dai vincitori, perché siccome era bella da lei ci andavano anche i tedeschi.

Centrale è in Rovine la storia di Guido, Mario, Gino e Daniele, quattro ragazzi, quattro musicisti che amano il jazz e che con le loro passioni, le loro debolezze, le proprie apprensioni, i propri dolori, fanno i conti con le loro proprie ROVINE. Così Guido, spesso si rifugia sul Monte Echia a guardare il mare, osservando che come Tristano viviamo su una zattera traballante e incerta. E in questa incertezza ci aggrappiamo alla musica, all’arte, all’amore, all’amicizia, per cercare, con questi strumenti sinceri e poveri, di governare la zattera. Alle pagine di ROVINE fa da sfondo la storia di Maria, un’adolescente che studia violoncello al conservatorio e che quando suona diventa ciò che suona, diventa spartito, si muta in suono. Magia che si scontra con l’orco, che immancabilmente c’è e divora tutto il bello che c’è e con esso anche i sogni di Maria dai capelli d’oro e dalle mani delicate.

ROVINE

Luca Signorini

Alessandro Polidoro Editore

Collana Altro Parallelo

Pag. 217

€ 14,00

 

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