“Black Lives Matter", le vite dei neri contano.

In questi giorni gli Stati Uniti d’America sono in subbuglio, la rivolta sta coinvolgendo tutto il continente Nord Americano, manifestazioni e marce di protesta pacifica, per ricordare l’uccisione da parte di un poliziotto del cittadino afroamericano George Floyd, si stanno tenendo in ogni parte del mondo.

Grandi marce contro il razzismo, “Black Lives Matter", le vite dei neri contano, questo è lo slogan, al quale io aggiungo che contano le vite delle persone, indipendentemente dal loro colore della pelle e dalle loro opinioni. Le vite delle persone contano, o dovrebbero contare, in ogni parte del mondo.

Le violenze delle polizie, purtroppo riempiono le pagine di cronaca degli organi di informazione del mondo e non solo degli Stati Uniti e ci mettiamo in ginocchio, non per fare una foto, alla quale associano un’astag più o meno efficace, come hanno fatto in Italia un piccolo manipolo di parlamentari italiani (lo spettacolo e la propria visibilità sono sempre garantiti in certi casi).

Io che che ho lavorato nella polizia per un lungo periodo, conosco questo mondo e so anche che non tutti i poliziotti sono picchiatori. So che tra di loro, la maggior parte è rispettosa delle regole e dei diritti delle persone.

Nel 2001 in Italia accaddero dei fatti gravissimi, quando a Genova le violenze della polizia misero fuori gioco la democrazia e lo stato di diritto. In quella occasione ci furono poliziotti che con i loro manganelli facevano “macelleria” e poliziotti che si schierarono, che dissero come la pensavano, che uscirono fuori dal coro. Dissi anche io la mia opinione, che trovate in questo articolo che fu pubblicato sul Manifesto del 31 luglio 2001. Le vite delle persone contano, buona lettura: