Giovanni Zara subì violenza privata. Condannato Fortunato Zagaria, ex sindaco di Casapesenna

Assolti il boss Michele Zagaria ed il consigliere comunale Luigi Amato

Dopo undici anni, si è concluso il processo in primo grado davanti alla Sezione II del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere a carico di Michele e Fortunato Zagaria e Luigi Amato accusati di aver ordito minacce con l’aggravante mafiosa contro Giovanni Zara, quando era sindaco di Casapesenna in provincia di Caserta.

LE RICHIESTE DEL PUBBLICO MINISTERO

Il Pubblico Ministero Maurizio Giordano in fase dibattimentale aveva richiesto l’assoluzione per Luigi Amato e la condanna a cinque anni per il boss della camorra Michele Zagaria e a dieci anni per l’ex sindaco Fortunato Zagaria.

LE CONDANNE

La Corte, presieduta dal giudice Maria Francesca Francica, dopo una lunga camera di consiglio, ha decretato la condanna ad un anno e sei mesi per l’ex sindaco di Casapesenna Fortunato Zagaria, difeso dai legali Stellato e Trofino, per aver usato violenza privata con l’aggravante del metodo mafioso contro un altro sindaco dello stesso comune di Casapesenna, Giovanni Zara. La Corte, inoltre ha assolto lo stesso Fortunato Zagaria dal reato di associazione esterna alla camorra e per un’altra accusa di violenza privata. Assolti, invece, il boss Michele Zagaria ed il consigliere comunale Luigi Amato. Riconosciuti i diritti alle parti civili, FAI, Federazione Antiracket Italiana, al comune di Casapesenna, al Comitato Don Peppe Diana

I FATTI

Il 30 settembre 2008, Gianni Zara, giovane sindaco di Casapesenna aveva diramato un comunicato stampa con il quale elogiava le forze dell’ordine e la magistratura per aver inflitto un duro colpo al clan dei casalesi con l’arresto di numerosi camorristi dell’ala stragista di Giuseppe Setola, tra i quali anche Giuseppina Nappa, moglie di Francesco Schiavone (alias Sandokan). Nello stesso comunicato il sindaco auspicava l’arresto anche di Michele Zagaria e Antinio Iovine.

Il 1 ottobre 2008 la notizia fu ripresa da tutti i giornali, perché era un fatto inusuale che un sindaco della zona si schierasse così apertamente contro i clan. Così quel giorno l’avvocato Zara fu convocato allo stadio, quando Fortunato Zagaria suo vice sindaco, alla presenza di Luigi Amato, gli disse che doveva astenersi dal fare dichiarazioni contro la camorra: “farai la fine di Tonino Cangiano”, ex assessore del comune di Casapesenna che nel 1988 fu gambizzato e deceduto ne 2009 dopo vent’anni sulla sedia a rotelle.

Per Giovanni Zara, quindi, quella del suo suo vice sindaco fu letta come una chiara e pesante minaccia e lo denunciò.

Si chiude così un lungo dibattimento che ha ricostruito una brutta pagina della storia criminale della

Alla lettura della sentenza, al fianco di Zara, rappresentato dall’avvocato Domenico Cesaro, c’erano il Comitato Don Diana e la Federazione nazionale antiracket.

Numerosi i familiari di vittime innocenti che hanno voluto manifestare a Zara la loro vicinanza, da sempre in prima linea nella battaglia per far valere i loro diritti, in un giorno così importante.

Dal processo è emersa la ricostruzione di un periodo molto difficile della storia legata alla violenza del clan dei Casalesi.