Citroën Méhari, l’automobile più adatta a fare l’amore che la guerra al Salone Internazionale Auto Moto d’Epoca di Padova

Da poche ore si sono chiusi i battenti della 35ma edizione del Salone Internazionale “Auto Moto Epoca” di Padova. Io, pur non possedendo auto d’epoca, pur non essendo un appassionato di auto antiche, ma solo un semplice automobilista della domenica, al Salone ci sono stato.

Ci sono stato, perché in realtà ad un’auto mi sono appassionato o, per meglio dire, affezionato. È targata NA K14314, come il titolo del mio recente libro ed è una Citroën Méhari. Non una Méhari qualsiasi, ma la Méhari che lungo le sue strade ha percorso la storia. La storia criminale del nostro Paese e non solo. È la Méhari verde appartenuta a Giancarlo Siani e sulla quale fu colpito a morte dai sicari della camorra una sera di fine estate del 1985.


Era il 16 maggio del 1968, l’anno della contestazione giovanile, quando in Francia la storica casa automobilistica francese, fondata subito dopo la Prima Guerra Mondiale da André Citroën, lanciò, per la prima volta sul mercato, la Citroën Méhari.
Ad inventarla fu Roland de La Poype, giovane industriale della plastica, già aviatore francese, eroe della Seconda Guerra Mondiale. Lo stesso industriale che ebbe la geniale intuizione di proporre al colosso industriale della cosmesi L’Oréal l’innovativo ed economico contenitore dei prodotti di bellezza.


Ma del fortunato incontro tra l’aviatore francese e la nota marca automobilistica d’Oltralpe e tanto altro, ce ne parla molto approfonditamente Maurizio Marini, l’anima del Centro Documentazione Storica Citroen, nel libro “CITROËN MHEARI la francese avventurosa”, che ha curato in occasione del cinquantesimo anniversario della produzione della storica spiaggina, di cui Maurizio mi ha fatto dono della copia n. 094 della prima tiratura. Un libro da leggere, perché in esso, insieme a tante curiosità tecniche, troviamo, ben documentata, la storia della Méhari, ma anche un pezzo di storia della Francia e dell’Europa.    


Pensata per fare l’amore, la Méhari, nel 1971, provò andare in guerra, ma il tentativo di Citroën di proporre la Méhari in versione “Armée” non fu accolto favorevolmente dall’esercito francese, anche se successivamente fu giudicata paracadutabile dall’aeronautica militare, per poi essere, nel 1973, adottata dalla Gendarmerie.


Cinquanta anni, dunque, ed il modo migliore per “festeggiare”, ma sarebbe meglio dire commemorare, ricordare, rievocare, celebrare sobriamente, come è nello stile di Citroën e del suo Centro di Documentazione Storica, non poteva che essere l’occasione offerta dal Salone Internazionale Auto Moto d’Epoca di Padova, che si è tenuto nei giorni dal 25 al 28 ottobre 2018.


Automobili d’epoca, che sono la storia non solo di questo paese, sono state esposte nei padiglioni della Fiera di Padova. Auto di ogni epoca, di ogni marca, di ogni nazionalità. Auto costosissime, scintillanti, curate, coccolate dalle case automobilistiche, dagli appassionati, collezionisti, storici ed esperti, e anche tanti curiosi giunti a Padova da ogni parte d’Europa. Circa 120.000 visitatori.


Ed è qui a Padova che Citroën Italia ha organizzato uno stand, mettendo in esposizione due Méhari, all’insegna del colore, il “Vert Tibesti” e “l’Orange Kirghiz”, colori riferiti a due deserti (il Tibesti, massiccio montuoso del Sahara compreso nella sezione nord-occidentale del Ciad ed il deserto del Kirghiz in Asia centrale), come tutti i colori adottati da Citroën per le sue Méhari erano riferiti ad altri deserti. Deserti che saranno solcati dalle ruote della storica automobile.


La prima, la Méhari color verde è proprio la vettura appartenuta a Giancarlo Siani, il giornalista di solo ventisei anni ucciso dalla camorra a Napoli per gli intrecci tra camorra e politica che aveva svelato e che stava per svelare. Questa vettura, concessa, per l’occasione, dal fratello Paolo, a distanza di trentatré anni, resta ancora simbolo di coerenza, di onestà e di impegno.


La seconda, di colore arancio, è una Mèhari di serie completamente restaurata, che rappresenta la vettura colorata, sbarazzina, la gioia di vivere di tanti giovani di un’epoca tumultuosa, ma anche di grandi cambiamenti, di affermazione di valori, di diritti e di voglia di divertirsi.
Se quel giovane dal tempo breve fosse, per caso, giunto fino allo stand colorato della Citroën, si sarebbe riconosciuto, incontrando non solo i colori, ma anche i volti e i sorrisi delle persone che lo hanno curato: Xavier Crespin, Direttore Generale L’Aventure Peugeot Citroen e DS, venuto dalla Francia; la dinamica e sempre disponibile a parlare di Citroën e di Méhari, Elena Fumagalli (Responsabile Stampa e Pubbliche Relazioni Citroen Italia); Elisabetta Morlacchi (Specialista eventi e sponsorizzazioni gruppo PSA, che ha curato l’allestimento dello stand); Ilaria Paci e Maurizio Marini (anime del Centro Documentazione Storica Citroën); Walter Brugnotti, che per qualche decennio è stato il responsabile comunicazione della marca francese; la giovane hostess dagli occhi azzurri e dal sorriso smagliante, Stefania Merisan.


Ma il Salone delle auto d’epoca di Padova non è stato solo occasione per perdersi negli sfavillanti colori e nella tecnologia del passato. Qui non è stato inusuale imbattersi anche nella cultura, nei libri, che non sono solo cataloghi, ma pezzi di storia. E quest’anno, Citroën Italia e il Centro di documentazione, nell’elegante stand dell’ACI, nella giornata dedicata alla stampa, oltre al libro curato da Maurizio Marini, “CITROËN MHEARI la francese avventurosa”, hanno voluto presentare, forse per la prima volta, un’altra narrazione: il mio libro “NA K14314. Le strade della Méhari di Giancarlo Siani” edito dalla casa editrice napoletana Alessandro Polidoro Editore. NA K14314, come ben sa chi segue questo mio blog, è la targa della Méhari di Giancarlo Siani, ma anche un libro sulla breve vita del giovane giornalista e delle strade percorse con la sua piccola automobile. Avere avuto a Padova il piacere di parlare di NA K14314 con Elena Fumagalli, Maurizio Marini e Walter Brugnotti credo sia stato davvero un grande privilegio.


La tappa della Mèhari e di NA K 14314 a Padova è terminata. Di questo viaggio mi resta la generosa ospitalità della mia amica Simonetta, i volti incuriositi dei giovani studenti incontrati con Giovanni Taranto (il più giovane degli amici veri di Giancarlo Siani) all’Università della città del Santo, ma anche le parole come quelle di quel giornalista, neanche più tanto giovane, che al termine della presentazione del libro mi ha fermato e mi ha detto: «Complimenti, io fino ad oggi so cosa ho fatto, ma dopo averla ascoltata non so più cosa farò domani».
«Colorata, gioiosa, libera, ottimista», così Elena Fumagalli ha definito la “Francese avventurosa”. Colorata, gioiosa, libera, ottimista era la vita di questo ragazzo normale che voleva solo fare bene il suo mestiere, quello del giornalista.


Intanto il Centro di Documentazione Storica, terminata l’esposizione, porterà a Sinalunga la Méhari di Giancarlo dove sarà sottoposta ad un restauro conservativo. Al suo rientro a Napoli non sappiamo chi l’accoglierà. Nulla è per sempre e le cose cambiano, come è cambiata la Méhari di Siani in questi lunghi anni. Si arriva e si parte, quasi sempre scendendo. A volte, come colui che reclamava “l’orgoglio smisurato di essere solo un uomo”, è bene scendere, ma c’è sempre tempo e spazio per le ripartenze. Il viaggio C O N T I N U A.